27.11.06

il prezzo del tempo...

avvertenze: non è un post sulla malasanità…

stamattina, digiuno, entro nel laboratorio di analisi di fronte casa per un prelievo di sangue… mi dicono che gli esami richiesti mi sarebbero costati oltre 80 euro e mi consigliano onestamente di andare in ospedale per usufruire della mutua… come alcuni sanno il fuoco sacro del risparmio ad ogni costo in me è così scarso che non potrei accenderci neanche una sigaretta…
mi sono meravigliato di me stesso e ancora stordito dal digiuno provo ad andare in ospedale… prima fila alla cassa per pagare il ticket, 10 minuti spesi in mezzo a un sacco di gente usa a cibarsi di carne umana e mi sento rispondere che devo recarmi direttamente al corridoio delle analisi… seconda fila con biglietto poco incoraggiante e distante 20 numeri dalla chiamata del display, 50 minuti spesi in mezzo a due dozzine di persone tra cui coppie anziane con il vestito della festa, anziani soli scappati dal Castello di riposo di Springfield e tanta tristezza… entro e mi sento rispondere che oltre la prescrizione dello specialista devo portare la ricetta del medico curante e prenotarmi per il prelievo dalle 10.30 in poi… erano le 9.50 e naturalmente non avevo alcuna intenzione di attendere oltre mezz’ora per una stupida prenotazione che potevano fare subito… alzo i tacchi borbottando come un bacucco novantenne, imprecando contro il governo del Burkina Faso e, in preda a evidente stato confusionale da ipoglicemia, torno alla partenza pronto ad alleggerirmi di oltre 80 euro…
ammetto di non essere molto paziente per queste cose e solo per queste cose, ammetto di essere uno sprovveduto che non sa come funzionano queste cose di ricette e prescrizioni, ma ho fatto due calcoli e ho pensato che avrei dovuto:

  1. procurarmi la ricetta del medico curante;
  2. andare nello stesso orribile corridoio dalle 10.30 in poi di un qualsiasi giorno per prenotare il prelievo in non so quale giorno di non so quale mese di non so quale anno;
  3. andare a fare il prelievo il giorno stabilito con annessa coda tra i miei coetanei bacucchi con i quali amabilmente conversare di pensioni minime che non bastano più;
  4. andare a ritirare il referto il giorno stabilito da loro con annessa coda tra i miei coetanei bacucchi con i quali amabilmente conversare di quanto si stava meglio quando si stava peggio;
  5. morire di vecchiaia.

in tutta onestà, siete in grado di confutare la tesi che il tempo che avrei impiegato/perso vale 80 euro ?

21.11.06

breve cerimonia di commiato...


non vi appaia strano e non pensiate che sia impazzito, ma volevo dedicare le righe che seguono per rendere omaggio alla mia auto che dopo 10 anni di onorato servizio ho cambiato solo un po’ più grande…
in questo lungo periodo di vita, mi ha accompagnato senza pensieri ovunque volessi andare per oltre 305.000 chilometri… un’auto piccola che comprai con un piccolo lascito della nonna, sostenuto da una somma paterna, e all’epoca era una macchina super-accessoriata con doppio airbag, ABS, servosterzo, climatizzatore e i cerchi in lega che qualche fastidio me l’hanno dato… tornate con la mente al 1996 e pensate a come erano le auto in quel momento…
l’A14 ormai la attraversava da sola e in 10 anni ha sopportato tutti i miei umori, dolori, gioie e ansie varie… l’ho condotta a tutti gli appuntamenti della vita, nascite, matrimoni, funerali, viaggi di piacere e di lavoro, lauree compresa la mia…
non sono riuscito a immaginarla compressa e distrutta dalla rottamazione per mano mia e quindi spero che nelle prossime settimane qualcuno la prenda per una cifra irrisoria rispetto al portato umano che contiene…
grazie di cuore, sei stata una grande compagna di strada e di vita…

UPDATE

a grande richiesta, la mia nuova auto !


19.11.06

San Giuliano


ieri mattina ho fatto un rapido sopralluogo a San Giuliano di Puglia in Molise, il comune devastato da un terremoto nell’ottobre del 2002 con 29 vittime, per la maggior parte bambini di una scuola elementare… il paese è quasi completamente evacuato e solo alcune abitazioni ricostruite o ristrutturate hanno potuto accogliere di nuovo gli abitanti… sulla collina di fronte hanno insediato una serie di alloggi temporanei in legno per ospitare la cittadinanza evacuata nel frattempo che si completino le opere di ricostruzione del centro abitato…
ogni cantiere aveva un cartello con la configurazione del nuovo edificio in via di realizzazione e alcuni mostrano caratteristiche di contemporaneità che difficilmente potrebbero essere approvate da una qualsiasi commissione edilizia… in una situazione di emergenza è facile che si proceda per deroghe alle consuetudini e in presenza di finanziamenti straordinari, insoliti per comuni piccoli o piccolissimi, è giusto sfruttare l’occasione per rinnovare il guardaroba urbano…
al netto della tragedia umana, perdere la propria casa e pensare di dover abitare per X anni in una scatola di scarpe può essere più sopportabile sapendo che si potrà tornare a vivere in una casa più bella da realizzarsi dove sorgeva la propria vita precedente…
personalmente il fatto che un approccio “normale” alla progettazione e alla pianificazione, sostenute da finanziamenti consistenti, avvenga solo per situazioni di emergenza, sostenute da tragedie intoccabili, mi fa molto riflettere… ma molto…

13.11.06

ricordi di una vita fa...

ormai da qualche tempo, ma oggi in particolare, appaiono notizie inquietanti su maltrattamenti ai danni di anziani e di bambini…

non mi sembrano novità sconvolgenti; il bullismo impera nelle classi da sempre e immagino che la letteratura classica abbia già narrato di episodi del genere e i maltrattamenti sugli anziani nelle case di riposo penso non siano nuovi indici del degrado delle perversioni di personale medico, paramedico o sedicente tale…
gli autori dei Simpsons hanno dall'inizio compreso tra i personaggi il bullo violento per necessità ambientale, complice di altri bulli, che vessa il pivello occhialuto o il secchione di turno… come anche il Castello di riposo di Springfield offre un repertorio di cinismi vari ai danni degli anziani, per la verità descritti un po’ rincoglioniti e ostaggi dei loro pallosi ricordi, molto esilarante…
quando all’età di 11 anni sono stato deportato in ceppi alle profonde latitudini dalle quali scrivo, proveniente da una città del nord noto vertice del mitologico triangolo industriale che si studiava sul sussidiario degli anni ’70, e sono stato iscritto alla scuola pubblica e soprattutto dell’obbligo, sono stato vittima di episodi di bullismo…
ero affascinato dall’astronomia, dalle scienze in generale e gli interlocutori che tempestavo di lettere erano Piero Angela, Antonino Zichichi e David Attenborough, noto documentarista BBC… per intenderci ero una specie di Martin Prince, il saputello odioso e zelante dei Simpsons…
poi, di ritorno dalla ricevitoria, fui aggredito da una nota coppia di lestofanti coetanei, compagni di scuola media ma non di classe, che con una sventagliata di uppercut nella pancia mi rapinarono delle mie 850 lire, resto della schedina, e mi lasciarono esanime al suolo con l’eco delle loro imprecazioni dialettali…
mi diverte narrare questa stupida storia con tono fantozziano sullo sfondo di colori sbiaditi e nebbiosi alla Dickens, ma il senso è che a quell’età qualunque violenza, anche piccola, è terribile perché non ne sappiamo distinguere i contorni e non riconosciamo gli strumenti di difesa e tantomeno di offesa…
non hai una personalità e quando dal presepe in cui hai vissuto vieni tirato via per i capelli e ti ritrovi in un film di Tarantino, può essere poco simpatico…
dei due aggressori uno è sparito, ma potrebbe essere ancora allo Spielberg, il secondo è stato certamente a Guantanamo ma ora guida un carro attrezzi…
ora non mi resta che attendere l’età della casa di riposo, per potervi testimoniare l’altro tipo di violenza…

10.11.06

palinsesto acuto...


ora che alle lezioni del consorzio nettuno si è aggiunto il programma sui reclusi delle carceri in orario da sonnambuli in cerca di sedazione, mi viene ancora più difficile comprendere per quale motivo nessun canale generalista dedichi del tempo e del denaro per produrre un qualsivoglia stupido programma sull’architettura…

ricordo solo alcuni servizi di nonsolomoda dedicati all’architettura contemporanea e non posso escludere che l’ottimo piero angela abbia rivolto l’attenzione del suo centennale quark sulla cupola del brunelleschi e su altri pezzi d’antiquariato…
non vorrei sproloquiare sul conservatorismo del nostro paese, ma quando penso all’attenzione scarsissima posta all’architettura e su tutto quanto ad essa gira intorno oggi, avverto la sensazione quasi tattile dell’inadeguatezza culturale dell’italia…
e non credo si possa addebitare questa insensibilità alle maggioranze e ai governi, ma probabilmente al fatto che sia difficile scrivere o rendere appetibile un format sull’architettura… temo che i tentativi porterebbero a qualche mostruosità tipo quei servizi di italia 1 con il cameraman ubriaco in preda a conati…
invece sarebbe opportuno dimostrare con semplicità che l’architettura è presente nella nostra vita più di quanto appaia, anche solo per offrire gli strumenti per distinguerla dall’edilizia, e che la cultura visiva oggi parte integrante della percezione architettonica è molto ma molto intrigante…
naturalmente mi candido al ruolo di autore e conduttore…

5.11.06

caffè pagato !

a proposito di questioni di latitudine, c’è un’abitudine o meglio consuetudine radicata nelle relazioni tra esseri umani residenti e, scusate la volgarità, operanti sul territorio, dalla quale cerco disperatamente di dissociarmi con pessimi risultati: il caffè pagato…
il caffè al bar è un rito sociale diffuso ovunque ma da queste parti assume il carattere di un obbligo al quale è difficile sottrarsi…
lo scenario è il seguente: si entra in un bar con un numero imprecisato di persone per gustare il caffè e la pausa relativa e si viene immediatamente affrontati da un conoscente di qualsiasi livello che ti interroga su che tipo di consumazione stai per ordinare perché possa con un cenno del capo imporre al barista di addebitare il costo delle consumazioni, tue e della truppa al seguito, sul suo conto…
è un gesto di deferenza e rispetto usato da persone che ritengono in questo modo di accreditarsi ai tuoi occhi e acquisire maggiore considerazione; naturalmente lo scenario si ripete varie volte nel corso della giornata con conseguenze immaginabili sul fegato dell’avventore/vittima e sul portafoglio dell’offerente/carnefice…
per quanto mi è possibile, subisco la maggior parte delle volte questo trattamento e in alcuni casi ho dovuto, ahimè, ricambiare con tanto di sorrisi, ma è una pratica che mi mette a disagio… anche per il fatto che se quella mattina hai voglia di ingozzarti di cornetti, ti senti in difetto, se hai un seguito numeroso, ti senti in difetto…
quando dal paesello appena sorridente, sono andato a studiare all’università, pensando che questa consuetudine fosse planetaria, avrò fatto delle ricche figure da zotico… poi ho capito che nel mondo reale si vive di sfumature e nessuno si sente obbligato a nulla…