reportage Germania...
come qualcuno saprà e come ho anticipato durante la ricreazione del primo giorno di scuola, sono reduce da un breve soggiorno in Germania…
paludato come dovessi andare all’Antartide per via di qualche sito di previsioni meteo che si diverte a ingannare i viaggiatori (stupide previsioni !!!) e carico di bagagli come uno sherpa tibetano, ho agevolmente raggiunto Duisburg con il trenino navetta dall’aeroporto o flüghafen di Düsseldorf…
Duisburg ha ospitato la nazionale italiana ai mondiali e dopo il primo caffè in giro ho capito il motivo: gli italiani costituiscono il secondo gruppo di immigrati dopo i turchi…
dopo la prima occasione conviviale, il giorno seguente siamo andati a vedere i quartieri della periferia sottoposti a riqualificazione; sembrava Istanbul per la quantità di turchi in giro, sempre sorridenti e ospitali in un tripudio di bandiere con la mezzaluna e la stella anche quando abbiamo visitato l’erigenda moschea mentre arrostivano un tropedonte (animale mitologico che non esiste ma il nome è plausibile) allo spiedo…
non vi annoio con la narrazione dei workshops; l’esperienza esaltante è stata la visita, con cena, a un area industriale dismessa convertita in parco per attività culturali: il Landshaftspark… un luogo che andrebbe visitato con la luce per poterne apprezzare l’uso e le funzioni ma che di sera acquista un fascino incredibile… siamo saliti sulle scalette in acciaio da cui un tempo si raggiungevano i gazometri, ora piscine per scuola di sub, e mentre affrontavo le ultime rampe, superando ciò che ostinatamente continuo a non chiamare vertigini per puro orgoglio, si spalancava un paesaggio notturno inaudito, appena illuminato da luci verdi o azzurre che rischiaravano l’intero ambiente come la luna…
il pomeriggio successivo abbiamo avuto la possibilità di visitare il porto sul Reno di Duisburg, un porto fluviale quindi interno da cui il nome Innen Hafen, con un consistente intervento di Norman Foster ancora in corso di realizzazione ma molto interessante per la rivitalizzazione dell’area abbandonata con la crisi degli anni ’80…
per concludere, in solitaria mi sono concesso una visita rapida al centro di Düsseldorf prima del rientro per vedere un centro commerciale di Meier, ma soprattutto il più noto intervento di Gehry a Neue Zollhof con le tre torri accartocciate bianca, argento e rossa, diventate elemento distintivo della città…
un rapido giro al K21 per una boccata di arte contemporanea da Gursky alla Frisch, piccoli doni per mikadosaim e via all’aeroporto per il ritorno…
mi è inevitabile, quando sono in giro per ossigenare il cervello e renderlo curioso, riflettere sul mio lavoro e sulle esperienze, sulla vita che conduco e quella che conducono altre persone ad altre latitudini… avverto le differenze nella qualità della vita di altri paesi e torno a casa cercando gli strumenti per non diventare un fossile e morire di inedia intellettuale…
grazie per essere arrivati alla fine del racconto e grazie a mikadosaim per la pazienza…