25.4.06

écran vs. écrit



ieri ho ricevuto un pezzo di antiquariato per posta: una lettera ! trattandosi di lettera in busta elegante, ho indossato i guanti in lattice e l'ho aperta scoprendo con somma meraviglia che era stata scritta a mano ! passata l'emozione da scoperta della mummia del Similaun, ho iniziato a leggere... e non ho ancora finito ! la questione sulla quale rifletto, a parte il tono faceto, riguarda la mia analfabetizzazione di ritorno... ho difficoltà a scrivere a mano e trovo quasi fastidioso leggere una grafia... in meno di 10 anni ho perso non solo la manualità, tranne per la firma, ma anche la capacità primaria di leggere ciò che viene scritto a mano... la mia concentrazione alla lettura di qualunque cosa non contenga un font tipografico dura appena qualche minuto, poi perdo la pazienza... la mia concentrazione per scrivere qualcosa a mano, immaginando che qualcuno leggerà e potrebbe non capire la mia grafia, è in via di rapida rarefazione in considerazione del fatto che con il tempo ci devo impiegare molta più cura e attenzione...
Paul Virilio qualche anno fa, utilizzando un fortunato gioco di parole sulla medesima radice linguistica, parlava di rapporti difficili tra écran, in francese schermo, e écrit intendendo la scrittura e naturalmente il noto filosofo non dava chance alla scrittura... in realtà è andata così e anche peggio...
se un testo non è stampato o visibile a schermo, la nostra generazione anagrafica, metà analogica e metà digitale, ha difficoltà di concentrazione... immaginiamo coloro che verranno...
saluti...

6 commenti:

alle 18:31, Blogger mikadosaim ha scritto...

Sai che ti dico? Che a me piace scrivere con la mia grafia, non ho ancora smesso, riempio i quadernoni di appunti scritti di mio pugno per fare le materie mie, impadronirmene, renderle meno asettiche e mi piace vedere le pagine che si riempiono scritte maniacalmente con la stessa penna, stesso colore, stessa marca(uni-ball eye micro black) tutte in ordine! Bhè, devo anche ammettere che la mia grafia è sicuramente più comprensibile della tua, mi stupisco sempre quando trovo un uomo con la calligafria prettamente femminile, precisa e non a zampa di gallina...L'idea che non tutto debba per forza passare attraverso il computer e le e-mail, nonostante l'indubbia comodità, ma ci sia ancora qualcuno che prende carta e penna mi rincuora.Ti assicuro che è molto meglio una bella lettera scritta a mano anche se di difficile comprensione che una fredda mail per manifestare calore e partecipazione...riprendi il foglio in mano, fai uno sforzo e finiscila di leggere!
PS Luogo comune: le grafie dei medici sono assolutamente illeggibili, non capisco mai un c***o delle medicine da prendere o degli esami da fare!

 
alle 09:53, Anonymous Anonimo ha scritto...

Io non ho mai saputo scrivere a mano libera. Anche prima della mia metamorfosi digitale ero già imbranato con la penna e la matita. Riesco a scrivere molto bene in stampatello maiuscolo (forse perchè si avvicina di più alla tecnica di scrittura dell'écram?) ma il mio corsivo è terribile. Non riesco a fare neanche la mia firma..
E in effetti ho problemi di concentrazione se devo leggere qualcosa scritto a mano. L'ultimo esame di Storia Contemporanea l'ho studiato sugli appunti di un'amica.. forse sarà stato anche per questo che ci ho messo un anno!

 
alle 11:02, Anonymous Anonimo ha scritto...

mi piace l'idea del metà analogico e metà digitale. Io non ho mai potuto fare a meno di scribacchiare a mano libera qualsiasi documentazione digitale che devo obbligatoriamente stampare, non riuscendo in alcun modo a trovare il modo di trovare la concentrazione nella lettura "a schermo".
Immagino però, per quelli che seguiranno, che chi nasce con il digitale non abbia di questi problemi "duali". Proprio come quelli che sono nati e vissuti con l'analogico. Solo la nostra generazione anagrafica si è trovata a metà.

 
alle 13:16, Anonymous Anonimo ha scritto...

Anch'io ho sempre avuto problemi con la scrittura corsiva. Oggi, dopo anni dalla scuola, posso dire di non saper scrivere. ma non dico di non saper scrivere in senso lato, ma nel merito: certo, so perfettamente la forma di ogni lettera corsiva (non è che sono scemunito) ma se dovessi usarle una dopo l'altra, ci dovrei pensare un po'.
Mentre per la scrittura in stampatello è un po' diverso: intanto è per me la scrittura corrente, nel senso che la uso spessissimo (come tutti i grandi architetti anch'io ho una serie infinita di carnet e agende cartacee... ;-)) e scrivo senza mai staccare la penna (per la cronaca ho appena acquistato una stilografica Rotring Esprit... magnifica) con l'effetto di rendere assolutamente incomprensibile agli altri (e in rare occasioni anche a me) ciò che scrivo. Una sorta di "crittografia" analogica.
A presto, A.L.

PS: per approgondire, A.L., Il foglio e lo schermo. Ovvero lo specchio e la retina invertita, in "La via dei Mercanti. Il Disegno come Topologia della mente", Atti del Convegno Internazionale, Capri 2006.

 
alle 12:48, Anonymous Anonimo ha scritto...

il mio pensiero è perfettamente in linea con quello di mikadosaim e non è la prima volta (come ben sai, caro nim)...

 
alle 13:05, Anonymous Anonimo ha scritto...

c'è da domandarsi se si scrive per farsi leggere oppure no... a parer mio questa è la differenza tra una scrittura e l'altra... si può essere incomprensibili ed incompresi sia attraverso scrittura digitale che analogica...se invece si ha voglia di essere letti , si riesce a tirar fuori una scrittura adatta... è questione di contenuti,di inclinazioni (delle lettere e non), di carattere(tipografico e non)!
P.S.: per intenderci le ultime 4 righe erano un esempio di scrittura digitale incomprensibile,meglio nota come: Pensieri in libertà!

 

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